Cos’è la diffida stragiudiziale
La diffida stragiudiziale
In questo articolo, parliamo della diffida stragiudiziale, atto unilaterale che può essere utilizzato per sollecitare il destinatario a tenere un certo comportamento, come nel caso della diffida ad adempiere, con cui si invita il debitore ad effettuare la prestazione pattuita, con l’avvertimento che in mancanza, il contratto dovrà considerarsi risolto.
La diffida stragiudiziale può essere utilizzata altresì per chiedere che il destinatario cessi un comportamento, ritenuto molesto o comunque dannoso, come nel caso della diffida per minacce o della diffida per diffamazione.
Nulla vieta che la diffida stragiudiziale possa essere preparata in proprio, ma l’assistenza di un legale potrebbe essere utile per valutarne il contenuto e la strategia più opportuna da adottare. Inoltre, la diffida dell’avvocato ha sicuramente un’efficacia persuasiva maggiore.
Dopo la diffida cosa succede? Di per sé, la diffida non è un atto necessario all’avvio di un procedimento avanti all’autorità giudiziaria, sia in materia civile, che in materia penale. Pertanto, da una parte, un vero e proprio processo può iniziare anche senza aver inviato (o ricevuto) una diffida stragiudiziale. Dall’altra parte, alla mancata risposta alla lettera di diffida dell’avvocato non consegue necessariamente che verrà instaurato un processo, ma la scelta è rimessa nelle mani del diffidante.
Nel caso della diffida per diffamazione o della diffida per minacce, lo strumento di cui trattiamo può essere utilizzato per porre fine ad un comportamento dannoso, evitando i costi ed i tempi di un processo.
In questo breve articolo, gli argomenti trattati sono:
- In cosa consiste la diffida stragiudiziale
- Qual è il contenuto della diffida stragiudiziale
- Cos’è la diffida ad adempiere
- Cosa indica il termine “stragiudiziale”
- Quale differenza tra diffida stragiudiziale e messa in mora
- Perché farsi assistere da un avvocato nella redazione della diffida stragiudiziale
- Quando si rende utile lo strumento della diffida stragiudiziale
- Diffida stragiudiziale: dopo la diffida cosa succede?
- Quando si riceve una diffida l’avvocato può dare un aiuto importante
- Dopo la diffida cosa succede: il comportamento del diffidante
- Quando è consigliabile inviare una lettera di diffida stragiudiziale
- Quale mezzo viene usato per inviare una lettera di diffida stragiudiziale
- Quale effetto determina la diffida stragiudiziale in materia di prescrizione
- In cosa consiste la diffida stragiudiziale per diffamazione
- In cosa consiste la diffida stragiudiziale per minacce
IN COSA CONSISTE LA DIFFIDA STRAGIUDIZIALE
La diffida è la lettera con cui un soggetto (sia esso un’azienda, una società, un privato etc.) intima un altro a tenere oppure ad astenersi da un comportamento.
Come sarà analizzato nel corso della trattazione, la diffida stragiudiziale può contenere ad esempio, una richiesta di pagamento, oppure di adempiere ad un obbligo assunto, oppure ancora l’invito a smettere di tenere un determinato comportamento dannoso per il soggetto che ricorre a tale strumento.
Il motivo più frequente per cui un soggetto ricorre allo strumento della diffida stragiudiziale, è quello di sollecitare un pagamento scaduto, minacciando l’avvio del rimedio giudiziario, nel caso in cui l’inadempimento persista.
QUAL È IL CONTENUTO DELLA DIFFIDA STRAGIUDIZIALE
Formalmente, la diffida stragiudiziale è un atto scritto che contiene
- l’indicazione chiara del motivo per cui si interviene,
- l’invito a tenere un certo comportamento,
- e la indicazione che altrimenti si procederà per via giudiziale.
Oltre a questo contenuto fondamentale della diffida stragiudiziale, si aggiungono altri elementi, quando diffida venga inviata per chiedere l’adempimento di una prestazione (la cosiddetta diffida ad adempiere).
COS’È LA DIFFIDA AD ADEMPIERE
Qualora il rapporto tra il diffidante ed il diffidato sia sostenuto da un contratto, oltre al contenuto indicato nei paragrafi precedenti, la diffida stragiudiziale contiene anche:
- l’indicazione di un termine massimo per consentire al destinatario di eseguire la prestazione dovuta
- e l’avvertimento che, scaduto il termine concesso per adempiere, qualora il destinatario continuasse ad essere inadempiente, il contratto dovrà intendersi risolto.
Qualora il contratto non preveda una clausola risolutiva espressa, la diffida da adempiere prevede di sciogliere automaticamente il contratto, a fronte di un “grave” inadempimento.
Infatti, quando è utilizzata per sollecitare l’adempimento di un contratto, la diffida stragiudiziale è prevista dall’art. 1454 del codice civile, secondo cui “Alla parte inadempiente l’altra può intimare per iscritto di adempiere in un congruo termine, con dichiarazione che, decorso inutilmente detto termine, il contratto s’intenderà senz’altro risoluto. Il termine non può essere inferiore a quindici giorni, salvo diversa pattuizione delle parti o salvo che, per la natura del contratto o secondo gli usi, risulti congruo un termine minore. Decorso il termine senza che il contratto sia stato adempiuto, questo è risoluto di diritto.”
Se quindici giorni è il termine minimo da assegnare alla controparte in base al codice civile, la giurisprudenza ha ribadito di recente la possibilità di derogarvi nei casi previsti dalla legge (Cass. n. 8943/2020).
COSA INDICA IL TERMINE “STRAGIUDIZIALE”
Quando si parla di diffida con valore stragiudiziale il significato deve intendersi con riferimento ad un intervento che avviene che al di fuori di un processo avanti l’autorità giudiziaria e, quasi sempre, per cercare di evitarlo, oppure, laddove iniziato, per cercare un’alternativa più efficace ed economica.
In altre parole, l’utilizzo del termine “stragiudiziale” vuole far riferimento a tutta quella attività estranea a quella “processuale” o “giudiziale”, finalizzata ad evitare l’istaurazione di un procedimento, oppure a trovare una definizione amichevole di una lite già pendente.
QUALE DIFFERENZA TRA DIFFIDA STRAGIUDIZIALE E MESSA IN MORA
Spesso, nel linguaggio comune, le nozioni di diffida stragiudiziale e messa in mora vengono confusi, oppure utilizzati come sinonimi. Una lettera di diffida può contenere anche la “costituzione” in mora, ma quest’ultima svolge una funzione diversa, del tutto peculiare.
Ai sensi dell’art. 1219 comma primo cod. civ. “Il debitore è costituito in mora mediante intimazione o richiesta fatta per iscritto.” La mora è pertanto la richiesta (intimazione) di adempiere, a fronte del ritardo del debitore.
A differenza della diffida stragiudiziale, prodromica alla risoluzione del contratto, la messa in mora ha alcuni importanti effetti giuridici.
Ai sensi dell’art. 1221 cod. civ. sposta il rischio che la prestazione diventi impossibile sul debitore inadempiente, il che vuol dire che sarà, in tal caso, responsabile del danno subito dal creditore.
Inoltre, ai sensi dell’art.1223 cod. civ. il debitore “moroso” è responsabile del risarcimento del danno derivante dal ritardo.
Infine, dalla costituzione in mora decorrono gli interessi moratori e l’eventuale maggior danno da svalutazione monetaria.
PERCHÉ FARSI ASSISTERE DA UN AVVOCATO NELLA REDAZIONE DELLA DIFFIDA STRAGIUDIZIALE
Avvalersi di un legale di fiducia per predisporre una lettera di diffida stragiudiziale, è senz’altro la soluzione più ottimale.
La diffida dell’avvocato, oltre ad essere senza dubbio più persuasiva per chi la riceve, ha il pregio di essere redatta da un professionista esperto, il quale può comprendere ed indicare quale sia la migliore strategia difensiva da adottare.
Come vedremo, infatti, chi riceve una diffida ha varie alternative. Prevederle, ed eventualmente contrastarle non è sempre facile, ed in questo caso, l’aiuto di un avvocato può risultare determinante.
QUANDO SI RENDE UTILE LO STRUMENTO DELLA DIFFIDA STRAGIUDIZIALE
Quali sono le ipotesi in cui è consigliato avvalersi della diffida dell’avvocato?
In primo luogo, tale strumento viene ad essere molto utile in materia di questioni condominiali o di rapporti di vicinato, anche al fine di mantenere fermi i rapporti di rispetto e di normale collaborazione.
L’uso della diffida dall’avvocato è poi funzionale laddove un soggetto abbia la necessità di relazionarsi con banche ed enti pubblici. La difficoltà di ottenere risposte, o più in generale di interagire con tali soggetti porta spesso ad avvalersi dell’intervento di un legale ai fini del raggiungimento del risultato.
Spesso, la diffida stragiudiziale è utile in tutti i casi che rientrano nella negoziazione assistita di cui al D.L. 12 settembre 2014 n. 132, per cui con la diffida l’avvocato incita contestualmente il destinatario alla negoziazione assistita.
Ancora, frequente è la diffida stragiudiziale in materia di diritto di famiglia (separazione o divorzio) che esorta ad osservare condizioni presenti nel decreto di omologa di separazione o nella sentenza di divorzio nonché quella conseguente al mancato pagamento degli assegni.
In materia ereditaria, invece, la diffida dell’avvocato può conseguire l’effetto di chiedere ai coeredi di conferire all’eredità somme dagli stessi indebitamente prelevate o di cui gli stessi godono.
Finalizzata al risarcimento del danno, l’uso della diffida stragiudiziale può riguardare una molteplicità di situazioni. Senza presunzione di esaustività, si può citare a tal proposito il caso in cui un soggetto risulti danneggiato a seguito di incidente stradale, abbia subito percosse o lesioni o ancora sia vittima di un errore sanitario un’operazione chirurgica mal riuscita. In tali ipotesi, come sarà ribadito in seguito, lo strumento della diffida stragiudiziale è altresì necessario ai fini della sospensione dei termini di prescrizione.
DIFFIDA STRAGIUDIZIALE: DOPO LA DIFFIDA COSA SUCCEDE?
All’inizio della trattazione, si è dato al termine diffida stragiudiziale il significato di richiesta “bonaria” di tenere o cessare un certo comportamento, al di fuori di un processo, o meglio, al di fuori dell’attività strettamente processuale.
La risposta alla domanda “dopo la diffida cosa succede”, dipende in primo luogo dalla reazione della persona intimata.
Considerata la sua natura, si può ben comprende che il soggetto destinatario di una diffida stragiudiziale non abbia alcun obbligo di rispondere. Questi ha infatti la possibilità di difendersi direttamente nell’eventuale successivo giudizio anche nel caso in cui non abbia sollevato alcuna contestazione nei confronti della diffida.
In linea di massima, chi riceve una diffida stragiudiziale “ad adempiere” ha quattro alternative:
- Ignorare la diffida stragiudiziale, con la conseguenza della risoluzione automatica del contratto ai sensi dell’art. 1454 cod. civ.;
- Assecondare le richieste indicate nella diffida, entro il termine indicato. In questo modo, evita la risoluzione automatica del contratto;
- Contestare il contenuto della diffida;
- Proporre una soluzione transattiva (ad esempio un pagamento diviso in rate), il che consente ad un tempo di “salvare” il rapporto contrattuale e di evitare l’avvio di un procedimento avanti all’autorità giudiziaria.
QUANDO SI RICEVE UNA DIFFIDA L’AVVOCATO PUÒ DARE UN AIUTO IMPORTANTE
Delle opzioni indicate, è sicuramente consigliabile riscontrare in modo tempestivo la diffida stragiudiziale, sia nel caso in cui si voglia contestarne il contenuto, lasciando impregiudicata la possibilità di esporre più dettagliatamente la propria difesa nel successivo giudizio, sia nel caso si cerchi di trovare una mediazione rispetto a quanto richiesto, aprendo così la possibilità di evitare il contenzioso in sede giudiziale.
È consigliabile che il soggetto destinatario della diffida stragiudiziale contatti un avvocato, al fine di valutare la risposta più conveniente. Proprio a questo viene ad essere di estremo rilievo la figura del legale di fiducia.
Dopo avere ricevuto una diffida l’avvocato può offrire un prezioso aiuto, in quanto agire autonomamente può portare a non ponderare correttamente le richieste, o a replicarvi in modo erroneo e controproducente.
DOPO LA DIFFIDA COSA SUCCEDE: IL COMPORTAMENTO DEL DIFFIDANTE
Alla luce del comportamento della persona intimata, per rispondere alla domanda “dopo la diffida cosa succede”, occorre esaminare quali sono le alternative del diffidante.
Se il creditore diffidante non è soddisfatto della risposta del diffidato (ad esempio, perché la diffida stragiudiziale viene contestata, oppure perché questi non risponde affatto) può rivolgersi ad un giudice, per richiedere l’esecuzione forzata della prestazione dovuta ed eventualmente anche il risarcimento dei danni patiti.
Laddove il debitore non adempia all’obbligazione oggetto della lettera di diffida, il creditore ha la facoltà di scegliere liberamente se e quando agire in giudizio. Questi potrà infatti sia procedere subito dopo la scadenza del termine inserito nella diffida stragiudiziale.
Tuttavia, ricorrere all’autorità giudiziaria ha un costo, talvolta sproporzionato ai vantaggi che se ne potrebbe ottenere. Per questo motivo, il creditore, nonostante l’invio di una diffida stragiudiziale, potrebbe anche rinunciare a procedere per le vie legali. Peraltro, come afferma la giurisprudenza (Cass. civ. n. 9317/2016) “Il contraente che abbia intimato diffida ad adempiere, dichiarando espressamente che allo spirare del termine fissato, il contratto sarà risolto di diritto, può rinunciare, anche dopo la scadenza nel termine indicato nella stessa e anche attraverso comportamenti concludenti, alla diffida ed al suo effetto risolutivo.”
In alternativa, se il debitore formula una proposta transattiva, il creditore può accettarla o formulare, a sua volta una contro-proposta. Se e finché le trattative sono condotte secondo buona fede e correttezza, di norma, l’autorità giudiziaria non viene coinvolta e la lite viene risolta senza l’istaurazione di un processo.
QUANDO È CONSIGLIABILE INVIARE UNA LETTERA DI DIFFIDA STRAGIUDIZIALE
Anche quando non strettamente necessario, l’invio di una diffida stragiudiziale è sempre consigliabile, prima di procedere giudizialmente.
Agire in causa direttamente, senza interpellare preventivamente in nessun modo la controparte, può non essere ben visto anche dal giudice chiamato a pronunciarsi. Provare a negoziare, salvo che sia manifestamente impossibile per varie ragioni, è dunque sempre la soluzione consigliabile.
In ogni caso, prima di poter inviare la diffida stragiudiziale, occorre che il destinatario sia inadempiente. Come afferma la Cassazione, “il contraente che si avvale dello strumento dalla diffida deve essere già vittima dell’altrui inadempimento. Pertanto, deve escludersi che detta diffida possa essere intimata prima della scadenza del termine di esecuzione del contratto, trattandosi di uno strumento offerto ad un contraente nei confronti dell’altro che sia inadempiente per ottenere una celere risoluzione del contratto senza dovere attendere la pronuncia del giudice” (Cass. civ. n. 15052/2018).
QUALE MEZZO VIENE USATO PER INVIARE UNA LETTERA DI DIFFIDA STRAGIUDIZIALE
Il metodo tradizionale per l’invio di una lettera di diffida è l’utilizzo dello strumento della raccomandata con ricevuta di ritorno.
Peraltro, negli ultimi anni prevale sempre più l’utilizzo della posta elettronica certificata (PEC), sicuramente un mezzo più celere e senz’altro più economico.
Considerata la natura di una diffida stragiudiziale – sia per il contenuto che per l’effetto – è facile comprende come l’utilizzo di uno di tali strumenti sia essenziale. Se infatti fosse consentito inviare una diffida stragiudiziale a mezzo di posta semplice, il destinatario avrebbe la possibilità di contestarne il ricevimento.
QUALE EFFETTO DETERMINA LA DIFFIDA STRAGIUDIZIALE IN MATERIA DI PRESCRIZIONE
Nella generalità dei casi l’invio di una diffida stragiudiziale risulta essenziale per interrompere una prescrizione.
La diffida stragiudiziale ha infatti l’effetto di azzerare il decorrere del termine prescrizionale, facendolo rincominciare di nuovo, a partire dal giorno successivo al ricevimento della diffida.
A tal proposito si pensi al diritto di credito di una somma di denaro, che si prescrive dopo 10 anni oppure ancora al caso di un sinistro stradale. In quest’ultimo caso, entro 2 anni dalla data dell’incidente, il soggetto danneggiato è tenuto ad inviare all’assicurazione competente per il risarcimento una formale richiesta risarcitoria, prima che si verifichi il termine di prescrizione. È consigliabile che tale diffida stragiudiziale venga redatta da un avvocato, che la recapiterà all’assicurazione attraverso i summenzionati strumenti della lettera raccomandata A/R oppure della PEC.
Ancora, in tutti i casi in cui si abbia la necessità di denunciare vizi di un bene acquistato, è necessario effettuare una denuncia al venditore entro un limitato arco temporale decorrente dalla loro scoperta.
IN COSA CONSISTE LA DIFFIDA STRAGIUDIZIALE PER DIFFAMAZIONE
Come detto, la diffida stragiudiziale può essere utilizzata non solo per richiedere l’adempimento di una prestazione dovuta, ma anche per intimare la cessazione di un comportamento offensivo. È il caso della diffida per diffamazione e della diffida per minacce.
La diffusione di internet ed in particolar modo dei social network ha prodotto, negli ultimi anni, un aumento dei procedimenti penali per diffamazione ex art. 595 codice penale.
In alcuni casi, prima di procedere alla querela, la persona diffamata dovrebbe valutare, con l’aiuto di un legale, la possibilità di ricorrere alla diffida per diffamazione.
Nel caso in cui un soggetto sia stato vittima di un episodio di diffamazione e sussista la possibilità che ciò accada nuovamente, la diffida per diffamazione rappresenta la soluzione più congeniale prima di instaurare un vero e proprio giudizio per l’accertamento della responsabilità penale e/o civile.
La lettera di diffida per diffamazione, come in ogni altro caso di diffida stragiudiziale, dovrà poi essere inviata per raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite PEC, per consentire l’accertamento di avvenuta lettura della comunicazione.
IN COSA CONSISTE LA DIFFIDA STRAGIUDIZIALE PER MINACCE
Nell’ipotesi in cui un’aggressione verbale contenga minacce (ovverosia espressioni che prospettano la realizzazione di un male ingiusto ex art. 612 cod. pen.), il soggetto minacciato può a pieno titolo presentare querela oppure agire in giudizio per chiedere la condanna del responsabile e il risarcimento del danno.
Anche in tale ipotesi, considerati i lunghi tempi processuali, in molti casi è sempre consigliabile inviare preliminarmente una diffida per minacce con la quale si invita il soggetto a cessare dalla sua condotta.
La diffida per minacce rappresenta uno strumento utile laddove il soggetto ritenga che l’episodio lesivo possa verificarsi nuovamente (es. nel caso di liti tra vicini di casa).
Nella diffida per minacce sarà necessario far riferimento all’episodio di aggressione verbale subìto, specificando la data e il luogo di avvenimento, le parole utilizzate ed ogni altra circostanza utile.
Potete contattare lo Studio degli Avv.ti Berti e Toninelli per richiedere una consulenza in materia di diritto civile e penale, inviando una e-mail all’indirizzo info@www.btstudiolegale.it., oppure tramite il form presente in questa pagina..Lo Studio Legale Berti e Toninelli fornisce assistenza, consulenza e rappresentanza in tutta Italia tramite i servizi online ed in particolare presso i Tribunali di Pistoia, Prato, Lucca e Firenze.
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