Quando si parla di proposta saldo e stralcio debiti (o “stralcio e saldo”) ci si riferisce ad una particolare modalità di risolvere una controversia tra privati, tra aziende o nei confronti di una banca o della pubblica amministrazione.
Una delle due parti assume la posizione di creditore di una somma di denaro, e l’altra ovviamente quella di debitore.
In altre parole, quando vi è una controversia avente per oggetto una somma di denaro (cioè se una somma di denaro è dovuta e per quale importo), una soluzione è quella del pagamento a stralcio e saldo.
Le parti in lite tra di loro stipulano un accordo, al di fuori del giudizio civile che si svolge in Tribunale (c.d. accordo stragiudiziale). È infatti possibile accettare una proposta saldo e stralcio, sia prima di iniziare una causa civile, sia quando questa è già iniziata.
In questo articolo parliamo della proposta saldo e stralcio per risolvere “bonariamente” le controversie. In particolare parliamo di:
- Il contenuto della proposta di saldo e stralcio
- I vantaggi dell’accettazione della proposta saldo e stralcio
- Pagamento a stralcio: finanziamento non pagato e debiti deteriorati
- Pagamento a stralcio: la cessione dei crediti deteriorati “in blocco”
- La cartolarizzazione dei debiti deteriorati
- La intimazione di pagamento
- Proposta saldo e stralcio dei debiti npl
- Quanto si risparmia con una proposta saldo e stralcio
Il contenuto della proposta di saldo e stralcio
In genere la proposta saldo e stralcio è presentata dal debitore, che si impegna a riconoscere l’esistenza del proprio debito nei confronti del creditore e a pagarne una parte nelle modalità e nei tempi concordati tra debitore e creditore.
Dall’altra parte, il creditore si impegna ad accettare la parte che gli viene offerta e a non richiedere altro denaro.
Occorre tuttavia prestare molta attenzione a come le parti vogliono qualificare l’accettazione e la proposta saldo e stralcio, se mediante una “transazione” o mediante una “novazione”. La differenza ha rilevanti effetti pratici sia per il debitore che per il creditore.
Se le parti qualificano l’accettazione della proposta di saldo e stralcio come “transazione”, danno vita ad un nuovo contratto, autonomo dal precedente, che non ne sostituisce gli effetti. Ne consegue che se il debitore non adempie la proposta di saldo e stralcio, il creditore potrà richiedere l’intero credito indicato nel vecchio contratto. La transazione pertanto è la forma che agevola il creditore.
Se invece le parti qualificano l’accettazione della proposta saldo e stralcio come “novazione”, si ha una vera e propria sostituzione del vecchio contratto. Con la conseguenza che in caso di inadempienza del debitore, il creditore non potrà richiedere l’intero credito, ma solo quella parte
I vantaggi dell’accettazione della proposta saldo e stralcio
In primo luogo, con l’accettazione di una proposta di saldo e stralcio, il creditore ha il vantaggio di risolvere la controversia in via “bonaria” o “stragiudiziale”, senza cioè dover affrontare i costi processuali. Inoltre ha la possibilità di incassare “subito” il denaro, senza dovere aspettare i tempi del processo civile.
Non di rado poi, l’accettazione della proposta saldo e stralcio è l’unico modo per il creditore di recuperare almeno una parte del suo credito originario. Sempre più frequenti sono le situazioni di assoluta insolvibilità del debitore.
Il debitore, d’altra parte ha la possibilità di vedere ridotto il suo debito, anche per una quota molto consistente.
Per spiegare meglio il funzionamento della proposta e accettazione saldo e stralcio, vediamo un caso pratico.
Pagamento a stralcio: finanziamento non pagato e i debiti deteriorati
Partiamo con un esempio. Tizio ha un debito nei confronti di una banca, derivante da un mutuo (oppure un prestito o un finanziamento) che per vari motivi non è riuscito a pagare regolarmente o integralmente. Di conseguenza, la banca non ha la certezza di poter riscuotere integralmente il suo credito, che viene qualificato come “credito deteriorato” o “credito non performante” o ancora in inglese “non performing loan” da cui l’acronimo NPL.
In realtà, vi sono vari tipi di NPL (bad loans, unlikely to pay, past due) che esamineremo in un altro articolo. Tra questi, i crediti “in sofferenza” sono i più difficili da recuperare.
La banca di Tizio ha varie possibilità per gestire un credito deteriorato. Può gestirlo direttamente in prima persona, oppure può affidare la gestione ad una società interna alla banca, oppure ad una società esterna alla banca, ma conservandone comunque la titolarità (gestione interna). Infine può liberarsi del credito a rischio, mediante una cartolarizzazione o una cessione ad una società (gestione esterna).
Se intende gestire esternamente il credito non performante, la banca può vendere i crediti deteriorati ad una AMC (acronimo di Asset Management Company), istituzione che spesso è finanziata o partecipata dallo Stato.
Pagamento a stralcio: la cessione dei crediti deteriorati “in blocco”
In alternativa, la banca può cartolarizzare i crediti deteriorati. Con la cartolarizzazione, introdotta nell’ordinamento italiano dalla Legge n. 130/1999, la banca (detta originator) cede dietro pagamento il credito deteriorato ad una società intermediaria esterna detta SPV, acronimo di Special Purpose Vehicle. Più precisamente, la SPV raccoglie “pacchetti” di crediti deteriorati dal valore di milioni di euro, che sono formati da crediti deteriorati provenienti da varie banche e di vario tipo: alcuni possono essere riscossi facilmente ed in tempi brevi, poiché si sono deteriorati a causa di una difficoltà momentanea del debitore; altri più difficilmente, poiché relativi ad una insolvibilità cronica del debitore; altri ancora sono relativi a mutui, prestiti o finanziamenti contratti molti anni prima e quindi prossimi alla prescrizione.
La cessione è regolata dall’art. 58 del Testo Unico Bancario, che prevede anche oneri pubblicitari: ai sensi del secondo comma, “la banca cessionaria dà notizia dell’avvenuta cessione mediante iscrizione nel registro delle imprese e pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. La Banca d’Italia può stabilire forme integrative di pubblicità.”
La cartolarizzazione dei debiti deteriorati
Come già detto nel paragrafo precedente, la disciplina della cartolarizzazione si trova nella Legge n. 130 del 1999.
La cartolarizzazione (in inglese “securitisation”) è un complicato procedimento finanziario mediante cui la SPV che ha acquistato il blocco di crediti deteriorati, trasforma il npl in un titolo “di carta”, cioè in un titolo obbligazionario a breve termine (detto ABS, acronimo di Asset Backed Securities), da collocare sul mercato presso investitori specializzati, privati o istituzionali.
Queste obbligazioni sono di vario tipo, a seconda del credito che viene cartolarizzato (si parla ad esempio di MBS – mortgage backed securities, di CDO – collateralized debt obligation, di ABCP – asset backed commercial paper) e a seconda del grado di rischio, legato alla possibilità di riscuotere il credito sottostante e gli interessi maturati.
Con il ricavato della vendita, la SPV acquista il mutuo (o il finanziamento, o il prestito), permettendo alla banca-originator di rientrare del capitale. Inoltre il rischio viene trasferito agli investitori che acquistano le obbligazioni
Siccome la cartolarizzazione comporta il trasferimento al cessionario dei diritti e degli obblighi del creditore cedente, l’investitore che ha acquistato il credito cartolarizzato nella obbligazione, intende recuperare il credito, nel nostro caso, dal debitore Tizio (o da un suo garante, successore o avente causa).
A tal fine, vengono incaricate società specializzate chiamate Servicer o Sub-servicer. Il servicer è il soggetto incaricato alla gestione e alla riscossione dei crediti ceduti e dei servizi di cassa e pagamento. Il servicer può incaricare un Sub-servicer ai fini del compimento, sotto il proprio controllo, di alcune attività di natura operativa riguardanti l’amministrazione, la gestione, l’incasso ed il recupero dei crediti.
Come si vede, è possibile che del recupero del credito tra il debitore e la banca non se ne occupi la stessa banca, ma una società diversa, che può essere “interna” alla stessa banca, oppure esterna.
La intimazione del pagamento
Tizio, pertanto, può vedersi arrivare a casa una minacciosa lettera di intimazione al pagamento, da parte di una sconosciuta società, che richiede il pagamento di una somma di denaro in tempi brevissimi e che minaccia azioni legali e pignoramenti in caso di mancato pagamento.
Ebbene, la ignota società è quella che abbiamo chiamato “servicer” o “subservicer”. Tizio non la conosce perché, se da un lato è vero che il debitore ceduto (cioè Tizio) deve essere avvisato della cessione del credito ex art. 1264 cod. civ., d’altro lato, nel caso della cessione dei crediti “in blocco” questo onere si considera adempiuto con la pubblicazione della cessione nella Gazzetta Ufficiale ai sensi dell’art. 58 del Testo Unico Bancario (che peraltro indica anche il momento in cui si perfeziona la cessione in blocco dei crediti). Infatti, la sentenza della Corte di Cassazione n. 22548 del 2018 stabilisce che la pubblicazione della cessione sulla Gazzetta Ufficiale introduce una presunzione assoluta di conoscenza della cessione in blocco fra i vari enti creditori e i debitori, e quindi la rende “idonea a superare le contestazioni del debitore circa l’efficacia traslativa degli atti così come intervenuti fra i vari successori a titolo particolare”.
Inoltre, la gestione degli npl è molto complessa e richiede molto tempo. Tizio può vedersi arrivare la intimazione di pagamento anche a distanza di anni dal pagamento delle ultime rate. Non infrequenti poi sono gli episodi di fusione e scissione delle banche, che complicano e rallentano ulteriormente la gestione dei debiti deteriorati. Prima di presentare una proposta di pagamento a stralcio, è opportuno valutare l’eventualità che il debito originario si sia prescritto.
Proposta saldo e stralcio dei debiti npl
Esposto in questi termini il problema, torniamo all’inizio del nostro articolo. Se Tizio vede recapitarsi una lettera di intimazione al pagamento di una certa somma di denaro ad una società Servicer o Sub-servicer incaricata della riscossione del credito, la soluzione potrebbe essere una proposta saldo e stralcio.
Quanto si risparmia con una proposta saldo e stralcio
Abbiamo visto che la definizione mediante una proposta di saldo e stralcio delle controversie può essere una buona via di uscita sia per il creditore che per il debitore. Tuttavia non è sempre facile valutare a quale percentuale è conveniente presentare una proposta saldo e stralcio oppure, dal lato del creditore, accettare un pagamento a stralcio. Vi sono infatti numerosi elementi da valutare per offrire un pagamento a stralcio, che solamente l’esperienza di un professionista può insegnare a valutare adeguatamente:
- L’entità del debito: maggiore è elevato il debito contestato, maggiore è la possibilità di risparmio con una proposta saldo e stralcio.
- In genere, le opposizioni eccepibili al debito, come ad esempio la prescrizione: in genere, la gestione dei npl è molto “lenta” e una intimazione di pagamento può arrivare a casa del debitore anche a distanza di anni. D’altra parte, la proposta di saldo e stralcio interrompe il termine di prescrizione del credito. Occorre pertanto valutare, prima di procedere ad una proposta saldo e stralcio, se è verosimile che la prescrizione del credito possa maturare in tempi brevi. Per quanto concerne l’eccezione della compensazione, ai sensi dell’art. 4 della Legge n. 130/1999 sulla cartolarizzazione, dalla data della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della cessione (o dalla data certa dell’avvenuto pagamento del corrispettivo della cessione),il debitore ceduto non può eccepire la compensazione tra i crediti acquistati dalla società di cartolarizzazione e i crediti di dello stesso debitore nei confronti del cedente sorti posteriormente a tale data.
- Quando si tratta di mutui e finanziamenti, prima di procedere ad una proposta saldo e stralcio, è opportuno ricalcolare l’importo degli interessi pagati, al fine di valutare la eventuale presenza di interessi anatocistici o addirittura usurai.
- Le condizioni del debitore. Se il debitore è un’azienda: in tal caso la proposta di saldo e stralcio deve essere compatibile con la gestione degli incassi e dei pagamenti su cui l’azienda si è strutturata. Da questo punto di vista, si invita a leggere anche l’articolo sulla ricevuta bancaria (detta anche riba o ri.ba.) a questo link. Se il debitore è una persona fisica: in tal caso la proposta saldo e stralcio deve essere compatibile con le altre entrate ed uscite del debitore, se ad esempio percepisce uno stipendio o una pensione, se deve pagare mutui, prestiti o finanziamenti. Le condizioni economiche del debitore: tanto minori sono le disponibilità economiche del debitore, tanto più ridotta può essere la proposta saldo e stralcio.
- Le condizioni del creditore: una proposta di saldo e stralcio ad una grossa società incaricata della riscossione di numerosi NPL, richiede un approccio diverso rispetto ad una proposta saldo e stralcio presentata direttamente al creditore.
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