Come avviene la successione
La successione è il fenomeno giuridico che si determina al momento del decesso di un soggetto, chiamato de cuius, realizzando il passaggio del patrimonio dal de cuius ai suoi eredi.
Non tutte le posizioni giuridiche finiscono in successione, nel senso che non vengono trasferite agli eredi, come ad esempio i diritti non patrimoniali (detti “personali”) ed alcuni diritti patrimoniali strettamente legati alla persona (come ad esempio l’usufrutto).
La successione può essere di diverse tipologie.
Una prima distinzione è quella tra successione testamentaria (in presenza di un testamento) o legittima (in assenza di un testamento o in caso di nullità dello stesso).
In ogni caso, la successione si apre esattamente al momento della morte ed inizia con la “chiamata” dei soggetti che hanno un’aspettativa sul patrimonio del defunto (ad esempio, i soggetti indicati nel testamento, o in sua assenza i parenti più prossimi). I soggetti chiamati sono individuati nel testamento o dalla legge e, nel secondo caso, possono essere chiamati tutti i parenti fino al sesto grado.
Ai parenti stretti del defunto, detti legittimari, la legge accorda una tutela particolarmente rafforzata: ad essi infatti la legge attribuisce quote di eredità che non sono derogabili nemmeno dalla volontà del testamento (successione necessaria) e che i legittimari possono tutelare anche avanti all’autorità giudiziaria mediante l’azione di riduzione.
I chiamati all’eredità, sono posti avanti alla scelta di accettarla o rifiutarla.
Diventano eredi nel momento in cui accettano di subentrare nell’asse ereditario. Da quel momento assumono l’onere di effettuare la dichiarazione di successione, incombente di natura fiscale, e soprattutto rispondono dei debiti ereditari anche con il proprio patrimonio.
Possono rinunciarvi, spesso per motivi economici (ad esempio quando i debiti ereditari siano maggiori dell’asse ereditario) o per qualsiasi altro motivo.
Possono infine accettare con beneficio di inventario. In questo caso, previa redazione dell’inventario dei beni ereditati, il beneficio consente di tenere distinti i beni ereditari, con cui soddisfare i creditori del defunto, dal proprio patrimonio personale.
Dato che ciascun chiamato può decidere di accettare o rifiutare entro dieci anni dall’apertura della successione (mentre solo tre mesi per accettare con beneficio di inventario, se si trova nel possesso dei beni ereditari) può accadere che, medio tempore, l’eredità sia considerata “giacente” e cioè non accettata da nessun erede. In questi casi, per evitare la dispersione o la distruzione del patrimonio, ciascun chiamato può chiedere al tribunale di nominare un soggetto terzo o curatore dell’eredità giacente, con il compito d conservare il patrimonio ereditario fino alla sua devoluzione agli eredi.
Inoltre, prima dell’accettazione o nel caso di rinuncia, l’eredità può essere devoluta ad altri soggetti in base ai meccanismi della trasmissione, della rappresentazione o della sostituzione.

La successione a titolo universale o particolare
Ulteriore distinzione è tra la successione a titolo universale o particolare: ricorre la seconda ipotesi se il testamento prevede che ad una o più persona vengano trasferiti beni specifici (cosiddetto lascito testamentario), chiamati anche legati.
Per chiarire meglio tale differenza, si ricorda la disposizione di cui all’art. 588 cod. civ., in base alla quale: le disposizioni testamentarie, qualunque sia l’espressione o la denominazione usata dal testatore, siano a titolo universale e attribuiscano la qualifica di erede, se comprendono l’universalità o una quota dei beni del testatore. Le altre disposizioni sono a titolo particolare e attribuiscono la qualifica di legatario”.
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