rappresentazione nella successione

La rappresentazione nella successione

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Cos'è la rappresentazione nella successione

La rappresentazione nella successione è un istituto giuridico che consente la devoluzione dell’eredità nel caso in cui i soggetti chiamati non vogliano o non possano accettarla.

Le norme del codice civile che regolano la rappresentazione nella successione sono collocate agli articoli 467 cod. civ. e seguenti, e si applicano sia alla successione testamentaria che alla successione legittima. Tuttavia, nella successione testamentaria la rappresentazione non opera se il testamento prevede la sostituzione del chiamato, per il caso di sua mancata accettazione.

 La rappresentazione fa subentrare i discendenti nel luogo e nel grado del loro ascendente, in tutti i casi in cui questi non può o non vuole accettare l’eredità o il legato.

Si ha rappresentazione nella successione testamentaria quando il testatore non ha provveduto per il caso in cui l’istituito non possa o non voglia accettare l’eredità o il legato, e sempre che non si tratti di legato di usufrutto o di altro diritto di natura personale”.

Con la successione per rappresentazione il rappresentante, cioè il discendente, ha la possibilità di succedere al posto del rappresentato, che non può o non vuole accettare l’eredità “nel luogo e nel grado”, cioè sostituendolo in tutto e per tutto.

rappresentazione successione

Come opera la rappresentazione nella successione

Quali sono i presupposti del meccanismo della rappresentazione nella successione?

In primo luogo, il chiamato all’eredità (rappresentato) deve essere figlio o fratello del de cuius (art. 468 cod. civ.).

Inoltre, il rappresentato non vuole o non può accettare l’eredità. Non vuole, ad esempio, perché ritiene che le posizioni passive (i debiti) siano maggiori di quelle attive (beni e crediti). Non può, ad esempio, perché ad esempio è stato dichiarato assente, oppure indegno, oppure perché è deceduto prima o assieme al de cuius (se invece muore dopo la morte del de cuius, ma prima di accettare l’eredità, opera il diverso meccanismo della “trasmissione”).

Infine, il meccanismo della rappresentazione della successione opera solamente a favore del discendente. Il rappresentante, cioè  colui che viene chiamato all’eredità, può essere solamente il figlio del rappresentato che non ha voluto o potuto accettare. Ad esempio, la legge esclude la rappresentazione nella successione tra fratelli.

Come opera il meccanismo della rappresentazione nella successione? Si dice che essa opera all’infinito e per stirpi.

All’infinito, vuol dire che se il rappresentante non può o non vuole accettare l’eredità, può subentrargli il proprio discendente, e così via.

Operare per stirpi vuol dire che si fa riferimento alla discendenza familiare, e non ai capi in cui essa si divide. Ad esempio: Tizio muore, ma entrambe i figli Caio e Sempronio rinunciano ad ereditare. A Caio subentrano per rappresentazione i due sui figli, mentre a Semprionio  subentra il suo unico figlio. In che modo viene ripartita l’eredità? L’asse ereditario non viene diviso in parti uguali per i tre capi (i figli di Caio e Sempronio) ma per due stirpi, quella di Caio (che verrà ulteriormente divisa tra i due suoi figli) e di Sempronio (che andrà per intero all’unico figlio).

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