divisione ereditaria

La divisione ereditaria

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Successione e divisione dell’eredità

La divisione ereditaria

La divisione ereditaria è un procedimento attraverso il quale viene sciolta la c.d. comunione ereditaria e consente di attribuire a ciascun coerede comunista, beni per un valore pari alla propria quota.
La normativa alla quale far riferimento è quella generale della comunione e dello scioglimento della comunione con applicazione però, di alcune norme specifiche in tema di divisione ereditaria.
In caso di successione testamentaria, molto spesso lo stesso testatore dispone in maniera specifica la liquidazione delle quote, attribuendo i beni a ciascun erede (cosiddetta divisione ereditaria testamentaria), in modo che non si formi la comunione ereditaria. La divisione testamentaria è valida (art. 735 cod. civ.) a condizione che vengano rispettate le quote dei legittimari e degli eredi istituiti.
Qualora il testatore non abbia provveduto, e comunque nella successione legittima, si seguono le disposizioni codicistiche in merito alla redistribuzione del patrimonio del de cuius.
La legge prevede che ognuno dei condividenti, o anche detti comunisti, possa in qualsiasi momento chiedere lo scioglimento della comunione e quindi la divisione ereditaria, con l’assegnazione a ciascuno dei singoli beni ereditari, fatta salva l’ipotesi in cui il testatore abbia previsto una sospensione della possibilità di esercitare tale diritto. Tuttavia, tale disposizione testamentaria può essere superata con il ricorso al Giudice delle successioni, presso il Tribunale competente per territorio in relazione al luogo ove si è aperta la successione.
La domanda di divisione della successione non è soggetta a prescrizione, né a termini decadenziali.
Come accade in generale per la divisione della comunione, anche la divisione post successione può rivestire diverse forme, in base all’esistenza o meno di un accordo tra le parti, e alla tipologia di beni da dividere. Invero, quando i coeredi trovano un accordo, alla divisione ereditaria si può giungere attraverso un atto di autonomia privata, ovvero di contratto (cd divisione ereditaria transattiva o transazione divisoria).

divisione ereditaria, cosa fare se un erede non vuole dividere

Impugnazione

Anche la divisione ereditaria può essere impugnata ex art. 761 e seguenti cod. civ. Nel caso in cui l’atto di divisione ereditaria sia viziato da violenza o dolo, è possibile chiederne l’annullamento. Inoltre, se la divisione ereditaria assegna ad un coerede, beni per un valore inferiore di almeno un quarto rispetto alla propria quota, può essere impugnata per rescissione.
Più frequentemente, tuttavia, non è possibile raggiungere un accordo tra i coeredi, per cui è necessario il ricorso alla competente autorità giudiziaria (cd divisione ereditaria giudiziale). In questo caso, al processo avanti al tribunale della successione devono partecipare tutti gli eredi, i creditori ipotecari ed i cessionari di beni facenti parte dell’asse ereditario

In ogni caso, il procedimento di divisione è il medesimo: dopo avere ricostruito l’asse ereditario e stimati i beni, si procede alla formazione delle quote “comprendendo una quantità di mobili, immobili e crediti di eguale natura e qualità” che vengono assegnate a ciascun coerede.

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